Il mondo è bello perché è vario

Questo proverbio, che tutti conosciamo e spesso citiamo, sembra aver origine da una rima del napoletano Giambattista Marino (1569-1625), massimo esponente della poesia barocca italiana.

Per queste stravaganze il mondo è bello

ha annotato il poeta nella propria raccolta di ritratti degli autori di “Pitture – Favole, Historie, Ritratti e Capricci” e di “Sculture – Statue, Rilievi, Modelli, Medaglie e Capricci”. Intitolata La Galeria e pubblicata a Milano nel 1620, in un lettera inviata da Venezia nel 1609 dal suo compositore l’opera letteraria venne descritta “un mazzetto di fiori“, come l’illustrazione nella copertina dell’edizione stampata a Venezia nel 1625. Infatti la parola antologìa, composta dal sostantivo ἄνϑος (fiore) e il tema -λογία (scegliere, collezionare e catalogare), indica una “Raccolta di passi in prosa o in versi di varî autori (solitamente di quelli ritenuti più significativi) di una letteratura, di un’epoca, di un genere o di un gusto particolare, o anche scelta di pagine di un solo autore” – Enciclopedia Treccani

Le stravaganze a cui si riferiva Marino e la differenze che il proverbio considera una qualità pregevole del mondo sono tante diversità…

Da sempre l’umanità ammira la bellezza della Natura con stupore per la varietà delle sue espressioni, in particolare l’infinita tavolozza cromatica delle variopinte corolle floreali, oggi anche con sensibilità acuita dalla consapevolezza che questo mondo meraviglioso, tanto vivace e bello perché molto variegato, stia scomparendo proprio a causa delle attività umane che provocano l’estinzione di numerose delle molteplici differenti specie vegetali e animali che popolano la Terra. All’appuntamento globale dedicato alla loro salvaguardia quest’anno il team MONFERRATO GREEN FARM pone all’attenzione gli erbari, antologie che conservano esemplari e documentano le caratteristiche di fiori e piante di differenti epoche e vari luoghi del mondo e, così, un patrimonio immenso: la banca dati che preserva molteplici informazioni biologiche e genetiche di una gran parte della popolazione vegetale vissuta in passato e adesso vivente sulla Terra, ovvero della biodiversità.

La ricerca floristica, che prevede lo studio del materiale conservato negli erbari, lo studio critico della bibliografia botanica e soprattutto le ricerche in campo, permette l’elaborazione di “inventari floristici” (checklists flore) che si configurano come strumento imprescindibile per la conoscenza della distribuzione delle piante e la tutela della biodiversità vegetale GREEN REPORT, 9 marzo 2021

Due collezioni sono custodite in Monferrato per ragioni storiche… diverse, ma parimente logiche 😉

FLORA MONFERRINA – L’erbario contenente 14 MILA “campioni” di piante del territorio è un’opera realizzata da Ferdinando Pio Rosellini, in botanica Rosell, nome che indica una numerosa varietà di specie identificate da lui o con il suo metodo di catalogazione. Nato nel 1814 a Pisa, dove si laureò in matematica, dopo un incarico come ricercatore di fisica all’Università di Firenze nel 1836 si trasferì a Genova, dove visse per dieci anni con la famiglia del marchese Giorgio Doria, dei cui figli era il precettore, e alla propria partenza consegnò al Museo di Storia Naturale della città la propria collezione di exsiccata accuratamente catalogati nell’arco dei dieci anni trascorsi in Liguria. Un ardente sostenitore della causa risorgimentale, a Milano era segretario del Circolo Patriottico e sfuggì alla cattura recandosi a Torino, dove dal 1853 diresse il giornale La Croce dei Savoia. Nel frattempo a Casale Monferrato nel 1852 moriva Clara Leardi Angelieri di Terzo, che aveva lasciato il proprio patrimonio – un palazzo, con i suoi arredi e una biblioteca, e 200 lire – in eredità alla cittadina per la fondazione di una scuola per l’insegnamento della matematica, della fisica e dell’economia. Incaricato di pianificare i programmi didattici e poi della direzione dell’istituto, che venne inaugurato nel 1858, Rosellini visse a Casale Monferrato da quello stesso anno fino alla morte, avvenuta il 1° luglio 1872, e fino al 1869, cioè nel periodo in cui fu preside del “Leardi”, raccolse e catalogò le piante del territorio, componendo l’erbario intitolato FLORA MONFERRINA che è conservato nella sede dell’istituto scolastico e comprende 14 MILA esemplari catalogati da lui, inoltre sotto la sua guida dal 1865 e poi, seguendo il suo esempio, fino al 1905 a cura di una decina di altri collezionisti.

ERBARIO HIRSCHMILLER – La raccolta di exsiccata composta nel XX secolo dai farmacisti ed erboristi tedeschi Hirschmiller – Albert e suo figlio Rochus (1926-2010) – è custodita dal monferrino Giancarlo Durando, docente di agronomia che per molti anni ha coordinato le attività didattiche dell’Istituto Tecnico Agrario “V. Luparia” che ha sede a Rosignano Monferrato. La collezione, che è stata affidata a lui da Ullriche, nipote di Albert e figlia di Rochus, comprende esemplari di piante e piante provenienti soprattutto dalla Foresta Nera (in tedesco Schwarzwald – in latino Nigra Silva) che si estende nel grande massiccio confinante a est con la Francia e a sud con la Svizzera, una vasta area montuosa con caratteristiche morfologiche e ambientali molto diverse da quelle del territorio italiano… ma una zona della regione in cui forse risiedeva la famiglia d’origine di Aleramo, primo marchese del Monferrato, di cui le cronache medievali riferiscono che era un nobile di stirpe franco salica, alcune specificando che fosse sassone. Il marchesato non esisteva prima del X secolo e a confermare le origini etniche del cavaliere che la leggenda eziologica e la storiografia identificano con il suo fondatore è il fatto, documentato, che i titoli feudali sulle terre dal fiume Tanaro al fiume Orba e fino alle rive del mare furono a lui assegnati dal 933 al 960 dai re che in quel periodo si erano succeduti sul trono del regno d’Italia e nel 962 vennero confermati dai sovrani del Sacro Romano Impero, Ottone I di Sassonia e Adelaide di Borgogna (figlia di Berta di Svevia e di Rodolfo II re di Borgogna e d’Italia, in prime nozze moglie di Lotario II re d’Italia), uniti in matrimonio a Pavia nel 951.

DALLA FORESTA NERA IN MONFERRATO – allestimento in esposizione fino a fine giugno 2022 al Centro DOC nel castello di Casale Monferrato

Curiosamente… le “strane” coincidenze nelle storie di questi due erbari custoditi in Monferrato, ovvero le similitudini tra le biografie dei loro collezionisti e conservatori e le analogie o correlazioni tra persone che hanno vissuto in luoghi ed epoche differenti, mostrano che la raccolta di esemplari di piante è una ricerca davvero sorprendente, perciò molto affascinante, perché conduce anche alla scoperta delle stravaganti interdipendenze biologiche tra i variegati esseri viventi che popolano il pianeta.

#BiodiversityDay #ForNature

 

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